Il commento

Tra smart working e pandemia, la cura è la nuova dote dei leader più smart

di Andrea Montuschi *

Tra smart working e pandemia, la cura è la nuova dote dei leader più smart

L’innovazione, si sa, nasce con più facilità da due contesti opposti: si innova quando si hanno tempo e risorse da dedicare alla creatività oppure quando ci si trova in situazioni di difficoltà. In quest’ultimo caso l’innovazione e il cambiamento avvengono per una sorta di darwinismo: o si cambia, o si perisce. La pandemia pone ovviamente nel secondo scenario la maggior parte delle aziende. Abbiamo visto uffici svuotarsi, fatturati calare, interi settori in ginocchio. In questo contesto distopico, le aziende guidate dai leader giusti sono però riuscite a domare la tempesta e a sopravvivere. Darwinismo, appunto.

Le pratiche positive

Ma quali sono le caratteristiche del leader «giusto»? Partiamo dall’analisi delle azioni implementate da molte aziende Great Place to Work (LEGGI QUI LA CLASSIFICA DI GREAT PLACE TO WORK DELLE MIGLIORI AZIENDE DOVE LAVORARE IN ITALIA : ascoltando i leader, abbiamo sintetizzato le seguenti caratteristiche delle attività intraprese:
1) Reazione rapida: le aziende si sono adattate subito alla situazione, prendendo provvedimenti e implementando velocemente le misure di sicurezza richieste, anche supportando le persone a casa con aiuti molto concreti (sedie ergonomiche, schermi…).
2) Comunicazione top-down: le persone, specialmente quelle a casa, non sono mai state lasciate isolate. Sono aumentati i messaggi ai collaboratori e sono stati introdotti nuovi strumenti per informare tutti e in modo capillare. Sono nati podcast, radio aziendali, video-messaggi...
3) Comunicazione bottom-up: sono stati potenziati gli strumenti di feedback, in modo da raccogliere le preoccupazioni delle persone e i loro suggerimenti. Le aziende hanno lanciato survey di clima, brevi sondaggi e nuovi strumenti di ascolto.
4) Cura psicologica: dopo mesi di logorante distanziamento sociale, la salute mentale è diventata la priorità. Le migliori aziende hanno quindi dato sostegno ai collaboratori e, spesso, anche alle loro famiglie, coinvolgendo psicologi, coach e counselor.

Vicinanza e attenzione

Il denominatore comune di queste azioni è semplice e riassumibile con due parole: vicinanza e attenzione. I migliori leader sono stati subito presenti, visibili e premurosi. Hanno capito che, specialmente durante una crisi di questa portata, il leader ideale non è quello che, dal suo trono dell’ultimo piano, detta i tempi e prende decisioni autoritarie, protetto da un’aura di infallibilità. Il leader ideale è quello che, con umiltà, capisce che innanzitutto deve saper fornire supporto alle persone e ascoltarle con continuità.
Deve anche sapersi mettere in gioco, guidare coordinando più che comandando e facendolo con gentilezza: in un momento di stress, essere autoritari e decisi non aiuta chi è già in difficoltà. La chiave del successo, è chiaro, passa dall’umiltà e dall’intelligenza di essere presenti e gentili, anche mostrandosi vulnerabili. Si parlava di darwinismo, all’inizio: è bene ricordare che l’evoluzione non torna mai indietro e anche queste caratteristiche dei nuovi leader non sono temporanee: sono destinate a distinguere i leader del futuro dai dinosauri.

*Presidente di Great Place to Work Italia

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