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L’ufficio dopo la pandemia? Tornerà luogo di incontro e socialità

di Sara Lanzaro

L'ufficio dopo la pandemia? Tornerà luogo di incontro e socialità

Per molti lavoratori, a partire dal 2020 il tragitto casa-sede di lavoro è stato sostituito da uno spostamento di pochi metri verso la stanza accanto. In seguito all’uso massivo dello smart-working, l’ambiente domestico si è infatti trasformato in spazio di lavoro. Nel proiettarci verso una «nuova normalità» post-pandemia, questa modalità di lavoro sarà adottata in media due giorni a settimana, per cui le aziende stanno oggi rivalutando gli spazi a propria disposizione. Il 58% dei dirigenti di 56 aziende Fortune 500 intervistati da Great Place to Work, prevede di ridurre gli spazi di lavoro di almeno il 10% e oltre un terzo prevede una riduzione del 25 per cento. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano e InvestiRe Sgr, su un campione di medie e grandi imprese, la metà di queste, operanti principalmente nel settore finanziario e Ict, ha in programma di ripensare i propri spazi per differenziarli (29%), ridurli (10%) o ampliarli (12%) in base alle nuove necessità; per il 38% che non prevede riprogettazioni, principalmente aziende del settore Manufatturiero e Retail, cambieranno le regole di utilizzo degli ambienti.

L’ufficio per avere un’esperienza

Il cambiamento non toccherà soltanto le strutture fisiche, ma il ruolo stesso degli spazi di lavoro. Come spiega Arianna Palano, associate de Il Prisma, studio di architettura che progetta ambienti in ottica di miglioramento della employee experience: «In un futuro prossimo andare in ufficio sarà una scelta. Gli spazi dovranno quindi essere in grado di offrire al lavoratore esperienze uniche e personalizzate che non può vivere da casa, esperienze capaci di giustificare il viaggio che si affronta per raggiungere la sede. L’ufficio diverrà un luogo in cui si costruiscono legami, tra colleghi, ma anche con clienti e partner. Un vero e proprio centro di gravità identitario dell’azienda, capace di raccontare i suoi valori e trasferire la brand image». Da spazi di lavoro, quindi, a luoghi di condivisione e socialità.

*Manager di Great Place to Work® Italia

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